giovedì 14 settembre 2023

Arnaldo Ederle


 Arnaldo Ederle (1936-2019)

Premio Speciale “Alla Memoria”

XI edizione del Premio – 2022/2023

 

 

Biografia dell’autore:

  

Arnaldo Ederle nacque a Verona nel 1936, città nella quale ha sempre vissuto.

Poeta, narratore, critico e traduttore, ha insegnato Fonologia delle lingue romanze presso l’Istituto di Glottologia dell’Università di Padova in Verona. Per un periodo ha insegnato lingua inglese presso la scuola secondaria.

Giovanissimo, non ancora trentenne, esordì nel mondo letterario con la sua prima opera. Pubblicò le raccolte di poesia Le pietre pelose ben osservate (Ferrari, Verona, 1965), Vocativi e querele (I edizione – Il Trifoglio, Milano, 1981, introduzione di Giuseppe Piccoli; II edizione – Piateda, città, 2012, prefazione di Giuseppe Piccoli e postfazione di Gianmario Lucini), Partitura (Guanda, Milano, 1981), Intermittenze (El Guadalhorce, Malaga, 1981, edizione a cura di Ángel Caffarena), Il fiore d’Ofelia (Società di poesia, Milano / Bertani Editore, Verona, 1984, con introduzione di Giovanni Raboni), La chiesa di Santa Anastasia (Office Automation, Verona, 1992), Contrechant (Almanacco dello Specchio n°14 – Mondadori, Milano, 1993), Paradiso (Campanotto, Udine, 1994), Cognizioni affettive (Empirìa, Roma, 2001), Arcipelaghi (Grafiche Fioroni, Casette d’Ete, 2002), Sostanze (Bonaccorso, Verona, 2004, prefazione di Giulio Galetto), Varianti di una guarigione (Empirìa, Roma, 2005, con prefazione di Stefano Verdino), 10 Divagazioni sul corpo umano (Almanacco dello Specchio Mondadori, 2008), Stravagante è il tempo (Empirìa, Roma, 2009), Negrura (CFR, Piateda, 2012), Poemetti per Negrura (CFR, Piateda, 2013), Burlesque (LietoColle, Faloppio, 2014), Il deserto di Usèg (CFR, Piateda, 2014), Le magnifiche donne di Glencourt (CFR, Piateda, 2014), Poemetti e racconti in versi (LietoColle, Faloppio, 2016, prefazione di Paolo Ruffilli), I giganti e gli uomini (LietoColle, Faloppio, 2017, prefazione di Michele Arcangelo Nigro).

Suoi componimenti sono stati tradotti in spagnolo, inglese e olandese. In lingua spagnola è stata pubblicata una sua opera: Poemas de vocativos, querellas y otros discursos (s.n., 1980, presentazione di Giuseppe Piccoli, versione di Antonio Parra).

Il suo profilo letterario, unitamente a una scelta di testi poetici, risulta inserito in alcuni pregevoli volumi tra i quali Frammenti imprevisti. Antologia della poesia italiana contemporanea (Kairòs, Napoli, 2011) a cura di Antonio Spagnuolo e Poeti e poetiche (CFR, Piateda, 2012) a cura di Gianmario Lucini. Ha curato il volume Chiusa poesia della chiusa porta (Bertani, Verona, 1987).

In prosa ha pubblicato Il caso Tramonto. Racconti 1974-1978 (Campanotto, Udine, 1995), i romanzi Sandwich (Bonaccorso, Verona, 2010) e La fiammata (Bonaccorso, Verona, 2019) e per la saggistica La luce dei cristalli. Scritti critici (Bonaccorso, Verona, 2008).

Ha tradotto in italiano varie opere della letteratura straniera: Cani (Mondadori, Milano, 1966, con fotografie di Marc Buzzini) di Lucien Guillot, Un amore al telefono (Mondadori, Milano, 1971) di Elisabeth Nerval, Quattro quartetti (Severgnini, Cernusco sul Naviglio, 1983, con un’incisione di Alfredo Cifani) di John Clare, Canzone 5 (Severgnini, Cernusco sul Naviglio, 1985) di Guillaume duca d’Aquitania, Ombre italiane (Guanda, Parma, 1988, con uno scritto di Mario Praz) di Vernon Lee e Amanti assassinati da una pernice: racconti, dialoghi, conferenze (Guanda, Parma, 1993) di Federico García Lorca, Vistas (I libri di Damoli, Arbizzano in Valpolicella, 2006) di Peter Eustace.

Ha collaborato con le pagine culturali delle riviste locali «L’Arena», «Il giornale di Vicenza», «Bresciaoggi» e la rivista «Poesia» di Milano.

Numerosi i riconoscimenti e i premi letterari ottenuti: Premio “Alassio” (1981) con Vocativi e querele; Premio “Gatti” (1985) con Il fiore d’Ofelia; finalista al Premio “Metauro” (1995) con Paradiso; Premio “Dessì” (2001), Premio “Lionello Fiumi” (2002) e Premio “San Pellegrino Terme” (2002) con Cognizioni affettive; finalista al Premio “Camaiore” (2005) con Sostanze; Premio “Battista-Circe” di Sabaudia (2006) con Varianti di una guarigione; finalista al Premio Viareggio-Rèpaci (2009) con Stravagante è il tempo.

Una lettura critica della sua opera è contenuta nel recente saggio di Michele Arcangelo Nigro dal titolo L’opera di Arnaldo Ederle dal 1963 al 2018: impressioni e riflessioni (Quiedit, Verona, 2019).

 


Motivazione del conferimento del Premio:

  

Il critico letterario Michele Arcangelo Nigro ha recentemente dedicato un saggio in volume[1] per approfondire l’opera poetica di Arnaldo Ederle, poeta garbato che nacque a Padova nel 1936 e lì morì nel 2019. Lo studio, particolarmente attento, fornisce l’esegesi e l’interpretazione – in linea con l’intero percorso letterario di Ederle – di una serie di poesie scelte, estratte dalla gran parte delle opere che costituiscono la sua nutrita produzione.

Poeta raffinato ed eclettico, ma anche abile prosatore che lo ha portato a pubblicare, oltre a racconti, due romanzi (Sandwich nel 2010 e La fiammata nel 2019), editi da Bonaccorso Editore di Verona, il marchio editoriale che, più di ogni altro, ha seguito in maniera continua la sua opera producendo varie opere.

Ederle fu docente presso l’università di Verona, grande amante e studioso delle lingue straniere; questo motiva anche la sua attività di traduttore esplicata con la pubblicazione di varie opere versate nel nostro idioma, di cui alcune edite dall’editore Guanda. Tra di esse spicca certamente l’opera Amanti assassinati da una pernice (1993) di Federico García Lorca, del quale era grande amante, in cui sono raccolti scritti occasionali, prevalentemente in prosa o pensati per brevi realizzazioni teatrali.

La sua produzione poetica – genere per il quale rimane principalmente noto – esordì nel 1965 quando pubblicò Le pietre pelose ben osservate. Da quel momento fu un fluire di pubblicazioni, molte delle quali con la CFR di Piateda dell’amico Gian Mario Lucini. Del 1981 fu la prima edizione di Vocativi e querele, opera che a buon ragione può essere considerata il suo masterpiece. Non è un caso che seguirà una seconda edizione – accresciuta – nel 2012. Lo stesso Lucini, parlando di una delle sue più recenti opere, Burlesque (2013), ebbe a definire il lavoro quale frutto di una “lezione zanzottiana” e in realtà Ederle era grande seguace del poeta Zanzotto al quale aveva dedicato anche recensioni di alcune sue opere. Lucini sottolineava con perizia e grande onestà la “straordinaria energia mentale” di Ederle che lo portò a solcare generi diversi, maneggiare tematiche tanto di carattere personale che sociale, con una tensione spesso volta a quesiti insondabili che poneva, più che al lettore, a se stesso.

La poesia di Ederle è stata un eloquio forbito, un ragionare sulla pagina, un voler condividere pensieri, divagazioni, analisi e idee su quel che viveva, pensava, interpretava del mondo.

Pregevole è poi la produzione ispirata dall’affascinante e travolgente (ma a suo modo diabolica) parvenza femminile nera di Negrura alla quale sono dedicate due pubblicazioni. Lucini ha osservato che “la bellezza di Negrura (che ovviamente è un nome fittizio) diventa il simbolo della bellezza stessa, non certo carnale ma neppure spirituale o stilnovistica, diventa insomma una specie di fantasia filosofica estetica”[2].

Ederle è stato, a suo modo, un innovatore ma anche un difensore della tradizione se pensiamo che i testi più riusciti e completi dell’Autore possono essere considerati i pometti ai quali tanto era legato. Un far poesia su distanze ampie, con un metro lungo, vicino alla prosa, a lui congeniale non solo per “narrare in versi” le situazioni ma girovagare nei meandri della sua interiorità. Per una conoscenza completa dell’autore non bisogna dimenticare opere quali Paradiso (1993) e Sostanze (2004), oltre alla produzione saggistica breve (prevalentemente note recensive, ma anche alcuni saggi) raccolte nel volume La luce dei cristalli. Scritti critici (2008).

Michele Arcangelo Nigro ha avuto modo di osservare come “In Ederle il racconto poetico non si attua attraverso piani-sequenza, ma ricorrendo a un montaggio rapido e deciso delle diverse componenti narrative ed emotivo-affettive del suo prodotto creativo. Raro momento di autentica letteratura”[3].

L’organizzazione di questo Premio ha deciso di sposare con convinzione queste analisi sull’opera del Veronese e, per gli alti meriti culturali in campo poetico, narrativo, saggistico finanche nel mondo della traduzione, ha deciso di conferirgli il Premio Speciale “Alla memoria”.

 

(Motivazione critica stilata da LORENZO SPURIO, Presidente del Premio)

 


 

Nota:

I presenti testi corrispondo a quelli pubblicati nell’opera antologica del Premio. E’ vietata la riproduzione in forma integrale e/o di stralci su qualsiasi tipo di supporto senza l’autorizzazione da parte dell’autore.

 




[1] Michele Arcangelo Nigro, L’opera di Arnaldo Ederle dal 1963 al 2018, Qui Edit, Verona, 2019.

[2] Gian Mario Lucini, Prefazione a Arnaldo Ederle, Poemetti per Negrura, CFR, Piateda, 2013, p. 5.

[3] Michele Arcangelo Nigro, L’opera di Arnaldo Ederle dal 1963 al 2018, op. cit., p. 87.

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