Premio Speciale “Alla Memoria”
XI
edizione del Premio – 2022/2023
Biografia
dell’autore:
Arnaldo Ederle nacque a Verona nel 1936,
città nella quale ha sempre vissuto.
Poeta, narratore, critico e traduttore,
ha insegnato Fonologia delle lingue romanze presso l’Istituto di Glottologia
dell’Università di Padova in Verona. Per un periodo ha insegnato lingua inglese
presso la scuola secondaria.
Giovanissimo, non ancora trentenne,
esordì nel mondo letterario con la sua prima opera. Pubblicò le raccolte di
poesia Le pietre pelose ben osservate
(Ferrari, Verona, 1965), Vocativi e
querele (I edizione – Il Trifoglio, Milano, 1981, introduzione di Giuseppe
Piccoli; II edizione – Piateda, città, 2012, prefazione di Giuseppe Piccoli e
postfazione di Gianmario Lucini), Partitura
(Guanda, Milano, 1981), Intermittenze
(El Guadalhorce, Malaga, 1981, edizione a cura di Ángel Caffarena), Il fiore d’Ofelia (Società di poesia,
Milano / Bertani Editore, Verona, 1984, con introduzione di Giovanni Raboni), La chiesa di Santa Anastasia (Office
Automation, Verona, 1992), Contrechant
(Almanacco dello Specchio n°14 – Mondadori, Milano, 1993), Paradiso (Campanotto, Udine, 1994), Cognizioni affettive (Empirìa, Roma, 2001), Arcipelaghi (Grafiche Fioroni, Casette d’Ete, 2002), Sostanze (Bonaccorso, Verona, 2004,
prefazione di Giulio Galetto), Varianti
di una guarigione (Empirìa, Roma, 2005, con prefazione di Stefano Verdino),
10 Divagazioni sul corpo umano
(Almanacco dello Specchio Mondadori, 2008), Stravagante
è il tempo (Empirìa, Roma, 2009), Negrura
(CFR, Piateda, 2012), Poemetti per
Negrura (CFR, Piateda, 2013), Burlesque
(LietoColle, Faloppio, 2014), Il deserto
di Usèg (CFR, Piateda, 2014), Le
magnifiche donne di Glencourt (CFR, Piateda, 2014), Poemetti e racconti in versi (LietoColle, Faloppio, 2016,
prefazione di Paolo Ruffilli), I giganti
e gli uomini (LietoColle, Faloppio, 2017, prefazione di Michele Arcangelo
Nigro).
Suoi componimenti sono stati tradotti in
spagnolo, inglese e olandese. In lingua spagnola è stata pubblicata una sua
opera: Poemas de vocativos, querellas y
otros discursos (s.n., 1980, presentazione di Giuseppe Piccoli, versione di
Antonio Parra).
Il suo profilo letterario, unitamente a
una scelta di testi poetici, risulta inserito in alcuni pregevoli volumi tra i
quali Frammenti imprevisti. Antologia della poesia italiana
contemporanea (Kairòs, Napoli, 2011) a cura di Antonio Spagnuolo e Poeti e poetiche (CFR, Piateda, 2012) a
cura di Gianmario Lucini. Ha curato il volume Chiusa poesia della chiusa porta (Bertani, Verona, 1987).
In prosa ha pubblicato Il caso Tramonto. Racconti 1974-1978
(Campanotto, Udine, 1995), i romanzi Sandwich
(Bonaccorso, Verona, 2010) e La fiammata
(Bonaccorso, Verona, 2019) e per la saggistica La luce dei cristalli. Scritti critici (Bonaccorso, Verona, 2008).
Ha tradotto in italiano varie opere
della letteratura straniera: Cani
(Mondadori, Milano, 1966, con fotografie di Marc Buzzini) di Lucien Guillot, Un amore al telefono (Mondadori, Milano,
1971) di Elisabeth Nerval, Quattro
quartetti (Severgnini, Cernusco sul Naviglio, 1983, con un’incisione di
Alfredo Cifani) di John Clare, Canzone 5
(Severgnini, Cernusco sul Naviglio, 1985) di Guillaume duca d’Aquitania, Ombre italiane (Guanda, Parma, 1988, con
uno scritto di Mario Praz) di Vernon Lee e Amanti
assassinati da una pernice: racconti,
dialoghi, conferenze (Guanda, Parma, 1993) di Federico García Lorca, Vistas (I libri di Damoli, Arbizzano in
Valpolicella, 2006) di Peter Eustace.
Ha collaborato con le pagine culturali
delle riviste locali «L’Arena», «Il giornale di Vicenza», «Bresciaoggi» e la
rivista «Poesia» di Milano.
Numerosi i riconoscimenti e i premi
letterari ottenuti: Premio “Alassio” (1981) con Vocativi e querele; Premio “Gatti” (1985) con Il fiore d’Ofelia; finalista al Premio “Metauro” (1995) con Paradiso; Premio “Dessì” (2001), Premio
“Lionello Fiumi” (2002) e Premio “San Pellegrino Terme” (2002) con Cognizioni affettive; finalista al
Premio “Camaiore” (2005) con Sostanze;
Premio “Battista-Circe” di Sabaudia (2006) con Varianti di una guarigione; finalista al Premio Viareggio-Rèpaci
(2009) con Stravagante è il tempo.
Una lettura critica della sua opera è
contenuta nel recente saggio di Michele Arcangelo Nigro dal titolo L’opera di Arnaldo Ederle dal 1963 al 2018:
impressioni e riflessioni (Quiedit, Verona, 2019).
Motivazione
del conferimento del Premio:
Il critico letterario Michele Arcangelo
Nigro ha recentemente dedicato un saggio in volume[1]
per approfondire l’opera poetica di Arnaldo Ederle, poeta garbato che nacque a
Padova nel 1936 e lì morì nel 2019. Lo studio, particolarmente attento,
fornisce l’esegesi e l’interpretazione – in linea con l’intero percorso
letterario di Ederle – di una serie di poesie scelte, estratte dalla gran parte
delle opere che costituiscono la sua nutrita produzione.
Poeta raffinato ed eclettico, ma anche
abile prosatore che lo ha portato a pubblicare, oltre a racconti, due romanzi (Sandwich nel 2010 e La fiammata nel 2019), editi da Bonaccorso Editore di Verona, il
marchio editoriale che, più di ogni altro, ha seguito in maniera continua la
sua opera producendo varie opere.
Ederle fu docente presso l’università di
Verona, grande amante e studioso delle lingue straniere; questo motiva anche la
sua attività di traduttore esplicata con la pubblicazione di varie opere
versate nel nostro idioma, di cui alcune edite dall’editore Guanda. Tra di esse
spicca certamente l’opera Amanti
assassinati da una pernice (1993) di Federico García Lorca, del quale era
grande amante, in cui sono raccolti scritti occasionali, prevalentemente in
prosa o pensati per brevi realizzazioni teatrali.
La sua produzione poetica – genere per
il quale rimane principalmente noto – esordì nel 1965 quando pubblicò Le pietre pelose ben osservate. Da quel
momento fu un fluire di pubblicazioni, molte delle quali con la CFR di Piateda
dell’amico Gian Mario Lucini. Del 1981 fu la prima edizione di Vocativi e querele, opera che a buon
ragione può essere considerata il suo masterpiece.
Non è un caso che seguirà una seconda edizione – accresciuta – nel 2012. Lo
stesso Lucini, parlando di una delle sue più recenti opere, Burlesque (2013), ebbe a definire il
lavoro quale frutto di una “lezione zanzottiana” e in realtà Ederle era grande
seguace del poeta Zanzotto al quale aveva dedicato anche recensioni di alcune
sue opere. Lucini sottolineava con perizia e grande onestà la “straordinaria
energia mentale” di Ederle che lo portò a solcare generi diversi, maneggiare
tematiche tanto di carattere personale che sociale, con una tensione spesso
volta a quesiti insondabili che poneva, più che al lettore, a se stesso.
La poesia di Ederle è stata un eloquio
forbito, un ragionare sulla pagina, un voler condividere pensieri, divagazioni,
analisi e idee su quel che viveva, pensava, interpretava del mondo.
Pregevole è poi la produzione ispirata
dall’affascinante e travolgente (ma a suo modo diabolica) parvenza femminile
nera di Negrura alla quale sono dedicate due pubblicazioni. Lucini ha osservato
che “la bellezza di Negrura (che ovviamente è un nome fittizio) diventa il
simbolo della bellezza stessa, non certo carnale ma neppure spirituale o
stilnovistica, diventa insomma una specie di fantasia filosofica estetica”[2].
Ederle è stato, a suo modo, un
innovatore ma anche un difensore della tradizione se pensiamo che i testi più
riusciti e completi dell’Autore possono essere considerati i pometti ai quali
tanto era legato. Un far poesia su distanze ampie, con un metro lungo, vicino
alla prosa, a lui congeniale non solo per “narrare in versi” le situazioni ma
girovagare nei meandri della sua interiorità. Per una conoscenza completa
dell’autore non bisogna dimenticare opere quali Paradiso (1993) e Sostanze
(2004), oltre alla produzione saggistica breve (prevalentemente note recensive,
ma anche alcuni saggi) raccolte nel volume La
luce dei cristalli. Scritti critici (2008).
Michele Arcangelo Nigro ha avuto modo di
osservare come “In Ederle il racconto poetico non si attua attraverso
piani-sequenza, ma ricorrendo a un montaggio rapido e deciso delle diverse
componenti narrative ed emotivo-affettive del suo prodotto creativo. Raro
momento di autentica letteratura”[3].
L’organizzazione di questo Premio ha
deciso di sposare con convinzione queste analisi sull’opera del Veronese e, per
gli alti meriti culturali in campo poetico, narrativo, saggistico finanche nel
mondo della traduzione, ha deciso di conferirgli il Premio Speciale “Alla
memoria”.
(Motivazione critica stilata da LORENZO SPURIO, Presidente
del Premio)
Nota:
I presenti testi corrispondo a quelli pubblicati nell’opera
antologica del Premio. E’ vietata la riproduzione in forma integrale e/o di
stralci su qualsiasi tipo di supporto senza l’autorizzazione da parte dell’autore.
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