Pasquale Scarpitti (1923-1973)
Premio Speciale "Alla Memoria"
V edizione - 2016
Pasquale
Scarpitti nacque nel 1923 a Castel di Sangro (AQ). A Napoli affrontò gli studi
classici che completò presso il “Giulio Cesare” di Roma dove, pure, intraprese
i corsi liceali che completò a Sulmona (AQ). Conseguita la maturità classica e
iscrittosi alla Facoltà di Ingegneria, fu costretto a interrompere gli studi a
causa della II Guerra Mondiale, nel corso della quale i tedeschi distrussero
completamente l'abitato della sua città. Fu una durissima esperienza di
privazione e di morte che impresse nella sua coscienza e nella sua memoria
segni incancellabili le cui eco riaffiorano nella sua produzione giornalistica
e poetica.
Con il
ristabilirsi dell'ordine poté riprendere –non senza difficoltà- gli studi;
passò dalla Facoltà di Ingegneria a quella di Matematica cominciando a scrivere
articoli per alcune testate locali. Furono queste prime esperienze a
suggerirgli l'idea, trasformatasi in irreversibile esigenza, di abbracciare la
professione giornalistica.
Nella poesia esordì
con la raccolta Terra Promessa
(Gastaldi, Milano, 1959 – prefazione di Aldomir Gospodinoff). Ad essa seguirono
altri componimenti e il risultato maggiore fu sicuramente “Scendi Mosè” per il
quale gli venne assegnato nel 1952 il Premio
Matese. L'occasione gli permise di allacciare rapporti con personaggi
emergenti nel campo della carta stampata tra cui Mario Landi, direttore della
rivista «Kursaal. Sue poesie vennero accolte su
alcuni dei più prestigiosi periodici, tra i quali «La Fiera Letteraria» e «Le Tout Rome» destando l'interesse di eminenti personalità
del mondo letterario quali Ignazio Silone.
Intraprese gli
studi giornalistici presso la scuola della “Pro Deo” a Roma nel 1953 e in quegli anni collaborò con giornali
e riviste, la RAI di Pescara e
il quotidiano «La Giustizia» in
veste di critico radiofonico e televisivo.
Nel 1954 gli
venne conferito ad Avezzano il “Premio
Marsica”, alla cui prima edizione aveva partecipato con il poemetto
“Poesia del
Canto d'Amore” conquistando il secondo posto.
La sua
aspirazione a svolgere attività giornalistica a tempo pieno ebbe finalmente
piena attuazione nel 1955 quando venne accolto quale collaboratore negli studi
RAI di Pescara, dove più tardi divenne redattore del giornale radio nel «Corriere d'Abruzzo e Molise»
e infine Capo Redattore.
Nel 1956 tornò a
partecipare al Premio Marsica guadagnando un secondo posto con il poemetto
“Canzone del Sud” e l'anno successivo Domenico Rea pubblicò alcuni suoi scritti
in Lettera dalla Provincia (Centro
Democratico di Cultura e Documentazione, Roma). Nel 1961 Giammario Sgattoni
antologizzò alcuni suoi testi poetici nel volume Poesia Abruzzese del '900 (Lanciano, Ed Quadrivio, 1961).
Numerosi altri
riconoscimenti seguirono in campo poetico tra cui il Primo Premio al Concorso “La Madia D'Oro” per la pubblicazione
di Canzone del Sud (La
Madia, L’Aquila, 1969 - prefazione di Giuseppe Porto). In Lunga Storia di Natale
(SARUS, Pescara, 1970) raccolse le “poesie agli amici” corredate da
riproduzioni di opere grafiche di diversi pittori; con questa opera inaugurò le
pubblicazioni della Casa Editrice da lui fondata, la SARUS. A seguire pubblicò
il poemetto Pay Toll
(SARUS, Pescara, 1972) e Discanto
(SARUS, Pescara, 1976) in cui raccolse “testimonianze letterarie e grafiche
sull'Abruzzo di 137 autori” tra i quali Silone, Flaiano, Colapietra, Cascella,
Spoltore, Brindisi e con la realizzazione grafica di Franco Summa.
In qualità di
critico d'arte fu invitato a far parte di diverse commissioni giudicatrici,
fino a quelle convocate nell'autunno del 1972 in occasione del “Premio
Nazionale di Pittura Città di Sant'Omero” e dei Concorsi Nazionali del “Piccolo
Formato” a Chieti e Sulmona. Venne chiamato altresì a svolgere lo stesso ruolo
in campo letterario per quell'importante premio che Pescara aveva istituito in
onore di Gabriele D'Annunzio insieme a Carlo Bo, Gene Pampaloni, Ettore
Paratore, Leone Piccione. A questo compito, però, non poté far fronte. Nella
notte fra il 24 e il 25 aprile del 1973 cessò improvvisamente di vivere a
Pescara. Due giorni dopo, nella natia Castel di Sangro, fu tumulato accanto al
padre e al nonno.
Due anni dopo la
scomparsa, nel 1975, al suo Discanto
venne assegnato il premio di giornalismo “Gian Gaspare Napolitano” nel corso di una solenne cerimonia al
Campidoglio.
Contributi che
approfondiscono l’analisi dell’opera letteraria e alla figura d’intellettuale
di Scarpitti sono seguiti negli anni, tra di essi segnaliamo le opere Ora Castel di Sangro (1983) curata dal
professore Cosimo Savastano e il volume commemorativo Pasquale Scarpitti a 25 anni dalla morte, a cura di Giovanni Verna
(RAI – Sede Regionale Abruzzo, 1999).
Pasquale Scarpitti fu un uomo di cultura nel senso più
esteso del termine. Fu un letterato, un intellettuale, un giornalista e un poeta e perfino un critico d’arte. La
sua opera multiforme si espresse in poesia (genere in cui prevalse vincendo
diversi premi), nella narrativa, nel giornalismo d’inchiesta (lo ricordiamo
negli studi RAI di Pescara e caporedattore del giornale radio nel Corriere
d’Abruzzo e Molise), nella promozione culturale e nell’impegno civile. Fu un
figlio dell’Abruzzo (di cui aveva la franchezza, la semplicità e la tolleranza)
che vedeva appunto nella terra patria l’ultimo roccioso baluardo contro la
crisi di ogni tradizione e ogni valore. Non a caso il suggello del suo legame
affettivo e viscerale con la regione d’origine fu l’opera monumentale che
ancora oggi ci rimane di Pasquale Scarpitti, dal titolo “Discanto”, che
raccoglie 137 testimonianze letterarie e grafiche sull’Abruzzo: tra gli
illustri autori troviamo anche Ignazio Silone ed Ennio Flaiano. Proprio a
“Discanto” nel 1975, due anni dopo la sua scomparsa, venne assegnato il premio
di giornalismo “Gian Gaspare Napolitano” nel corso di una solenne cerimonia in
Campidoglio alla quale intervenne il figlio Gaetano, anch’egli figlio d’Abruzzo
e anch’egli legato a questa terra, così amata dal padre, in cui oggi
stabilmente risiede.
Nota:
I presenti testi corrispondo a quelli pubblicati nell’opera antologica del Premio. E’ vietata la riproduzione in forma integrale e/o di stralci su qualsiasi tipo di supporto senza l’autorizzazione da parte dell’autore.
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