sabato 16 settembre 2023

Pasquale Scarpitti

 

Pasquale Scarpitti (1923-1973)

Premio Speciale "Alla Memoria"

V edizione - 2016

 



Biografia dell'autore:

  

Pasquale Scarpitti nacque nel 1923 a Castel di Sangro (AQ). A Napoli affrontò gli studi classici che completò presso il “Giulio Cesare” di Roma dove, pure, intraprese i corsi liceali che completò a Sulmona (AQ). Conseguita la maturità classica e iscrittosi alla Facoltà di Ingegneria, fu costretto a interrompere gli studi a causa della II Guerra Mondiale, nel corso della quale i tedeschi distrussero completamente l'abitato della sua città. Fu una durissima esperienza di privazione e di morte che impresse nella sua coscienza e nella sua memoria segni incancellabili le cui eco riaffiorano nella sua produzione giornalistica e poetica.

Con il ristabilirsi dell'ordine poté riprendere –non senza difficoltà- gli studi; passò dalla Facoltà di Ingegneria a quella di Matematica cominciando a scrivere articoli per alcune testate locali. Furono queste prime esperienze a suggerirgli l'idea, trasformatasi in irreversibile esigenza, di abbracciare la professione giornalistica.

Nella poesia esordì con la raccolta Terra Promessa (Gastaldi, Milano, 1959 – prefazione di Aldomir Gospodinoff). Ad essa seguirono altri componimenti e il risultato maggiore fu sicuramente “Scendi Mosè” per il quale gli venne assegnato nel 1952 il Premio Matese. L'occasione gli permise di allacciare rapporti con personaggi emergenti nel campo della carta stampata tra cui Mario Landi, direttore della rivista «Kursaal. Sue poesie vennero accolte su alcuni dei più prestigiosi periodici, tra i quali «La Fiera Letteraria» e «Le Tout Rome»  destando l'interesse di eminenti personalità del mondo letterario quali Ignazio Silone.

Intraprese gli studi giornalistici presso la scuola della Pro Deo” a Roma nel 1953 e in quegli anni collaborò con giornali e riviste, la RAI di Pescara e il quotidiano «La Giustizia» in veste di critico radiofonico e televisivo.

Nel 1954 gli venne conferito ad Avezzano il “Premio Marsica”, alla cui prima edizione aveva partecipato con il poemetto “Poesia del Canto d'Amore” conquistando il secondo posto.

La sua aspirazione a svolgere attività giornalistica a tempo pieno ebbe finalmente piena attuazione nel 1955 quando venne accolto quale collaboratore negli studi RAI di Pescara, dove più tardi divenne redattore del giornale radio nel «Corriere d'Abruzzo e Molise» e infine Capo Redattore.

Nel 1956 tornò a partecipare al Premio Marsica guadagnando un secondo posto con il poemetto “Canzone del Sud” e l'anno successivo Domenico Rea pubblicò alcuni suoi scritti in Lettera dalla Provincia (Centro Democratico di Cultura e Documentazione, Roma). Nel 1961 Giammario Sgattoni antologizzò alcuni suoi testi poetici nel volume Poesia Abruzzese del '900 (Lanciano, Ed Quadrivio, 1961).

Numerosi altri riconoscimenti seguirono in campo poetico tra cui il Primo Premio al Concorso “La Madia D'Oro” per la pubblicazione di Canzone del Sud (La Madia, L’Aquila, 1969 - prefazione di Giuseppe Porto). In Lunga Storia di Natale (SARUS, Pescara, 1970) raccolse le “poesie agli amici” corredate da riproduzioni di opere grafiche di diversi pittori; con questa opera inaugurò le pubblicazioni della Casa Editrice da lui fondata, la SARUS. A seguire pubblicò il poemetto Pay Toll (SARUS, Pescara, 1972) e Discanto (SARUS, Pescara, 1976) in cui raccolse “testimonianze letterarie e grafiche sull'Abruzzo di 137 autori” tra i quali Silone, Flaiano, Colapietra, Cascella, Spoltore, Brindisi e con la realizzazione grafica di Franco Summa.

In qualità di critico d'arte fu invitato a far parte di diverse commissioni giudicatrici, fino a quelle convocate nell'autunno del 1972 in occasione del “Premio Nazionale di Pittura Città di Sant'Omero” e dei Concorsi Nazionali del “Piccolo Formato” a Chieti e Sulmona. Venne chiamato altresì a svolgere lo stesso ruolo in campo letterario per quell'importante premio che Pescara aveva istituito in onore di Gabriele D'Annunzio insieme a Carlo Bo, Gene Pampaloni, Ettore Paratore, Leone Piccione. A questo compito, però, non poté far fronte. Nella notte fra il 24 e il 25 aprile del 1973 cessò improvvisamente di vivere a Pescara. Due giorni dopo, nella natia Castel di Sangro, fu tumulato accanto al padre e al nonno.

Due anni dopo la scomparsa, nel 1975, al suo Discanto venne assegnato il premio di giornalismo “Gian Gaspare Napolitano” nel corso di una solenne cerimonia al Campidoglio.

Contributi che approfondiscono l’analisi dell’opera letteraria e alla figura d’intellettuale di Scarpitti sono seguiti negli anni, tra di essi segnaliamo le opere Ora Castel di Sangro (1983) curata dal professore Cosimo Savastano e il volume commemorativo Pasquale Scarpitti a 25 anni dalla morte, a cura di Giovanni Verna (RAI – Sede Regionale Abruzzo, 1999).


 

 

Motivazione del conferimento del Premio: 

Pasquale Scarpitti fu un uomo di cultura nel senso più esteso del termine. Fu un letterato, un intellettuale, un giornalista  e un poeta e perfino un critico d’arte. La sua opera multiforme si espresse in poesia (genere in cui prevalse vincendo diversi premi), nella narrativa, nel giornalismo d’inchiesta (lo ricordiamo negli studi RAI di Pescara e caporedattore del giornale radio nel Corriere d’Abruzzo e Molise), nella promozione culturale e nell’impegno civile. Fu un figlio dell’Abruzzo (di cui aveva la franchezza, la semplicità e la tolleranza) che vedeva appunto nella terra patria l’ultimo roccioso baluardo contro la crisi di ogni tradizione e ogni valore. Non a caso il suggello del suo legame affettivo e viscerale con la regione d’origine fu l’opera monumentale che ancora oggi ci rimane di Pasquale Scarpitti, dal titolo “Discanto”, che raccoglie 137 testimonianze letterarie e grafiche sull’Abruzzo: tra gli illustri autori troviamo anche Ignazio Silone ed Ennio Flaiano. Proprio a “Discanto” nel 1975, due anni dopo la sua scomparsa, venne assegnato il premio di giornalismo “Gian Gaspare Napolitano” nel corso di una solenne cerimonia in Campidoglio alla quale intervenne il figlio Gaetano, anch’egli figlio d’Abruzzo e anch’egli legato a questa terra, così amata dal padre, in cui oggi stabilmente risiede.


(Motivazione critica stilata da Alessandra Prospero, membro di Giuria)


 

Nota:

I presenti testi corrispondo a quelli pubblicati nell’opera antologica del Premio. E’ vietata la riproduzione in forma integrale e/o di stralci su qualsiasi tipo di supporto senza l’autorizzazione da parte dell’autore.

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