Matteo Bonsante è nato a Polignano a Mare (BA) nel 1935 ma
dal 1976 vive a Bari. Nel capoluogo pugliese ha insegnato francese nella scuola
secondaria superiore sino al pensionamento.
Poeta e scrittore con varie pubblicazioni nel corso degli
anni ha ottenuto critiche e commenti lusinghieri sulla sua attività da numerosi
letterati tra i quali: Giuseppe Conte, Milo De Angelis, Gabriella Chioma,
Ettore Catalano, Mario Luzi, Vittorio Magrelli, Giorgio Bàrberi Squarotti,
Daniele Pegorari, Gianmario Lucini, Stefano Guglielmin, il filosofo Franco
Toscani, Gio Ferri, Aglieco, Raffaele Urraro, Ennio Abate, il critico francese
Jean-Pierre Jossua.
Per la poesia ha pubblicato: Bilico (1986), Zìqqurat
(1996), Sigizie (1998), Poesie 1954–2004, libro ricompilativo comprendente
le precedenti raccolte e una sezione di “inediti” (2004), Iridescenze (2007), Dismisure
(2010) e Lapislazzuli (2011).
Per la prosa ha pubblicato due romanzi brevi: Una Linea di Fuga (2001) e Sperduto (2003) mentre per il teatro Caldarroste (1981), Dietro la Porta (1984), Per
solo Donna (2004).
L’attenzione verso la sua attività di poeta è giunta anche
dagli ambienti della cultura straniera, soprattutto accademici e di ambito
spagnolo; Bonsante è infatti stato più volte ospite e relatore in incontri
dedicati alla sua poesia svoltisi in alcuni atenei spagnoli. A testimonianza
dell’interesse e del successo della poesia di Bonsante in territorio spagnolo
sono anche alcuni interventi critici di professori universitari tra i quali “La
poesia cósmica de Matteo
Bonsante” di Carmelo Vera Saura (Università di Siviglia) e la recensione al suo
Poesie 1954-2004 di Vicente González Martín (Università di Salamanca).
Motivazione del conferimento del Premio:
La fertile produzione letteraria – con particolare
attenzione alla poesia – del barese Matteo Bonsante merita di essere posta in
risalto e ricalcata all’attenzione nazionale di quanti, con onestà e
alacremente, s’interessano e s’impegnano con spiccata emotività ed esigenza di
poesia. A dispetto della sua presenza un po’ restia a imporsi sulla scena
letteraria contemporanea, complice forse un’attitudine ben più predisposta
all’ascolto interiore, alla ricerca e dunque necessitante una situazione di
tranquillità lontana dal clamore e dall’impegno gridato, Bonsante nel corso
degli anni ha ottenuto pareri critici molto positivi, quando non addirittura
altisonanti, di intellettuali italiani (Giuseppe Conte in testa) e francesi.
Parimenti, varie sue opere sono state tradotte in lingua spagnola, contesto
culturale nel quale più volte è stato invitato in vari atenei per tenere
incontri e parlare della sua poesia. Refrattario sin dalla prima ora ai
formalismi della neoavanguardia, Bonsante si è ricavato nel tempo un posto
tutto suo all’interno della poesia contemporanea sebbene, come si è già detto,
la sua presenza fisica sia stata rabdomantica, non particolarmente vistosa. Il
critico Ettore Catalano, pure, non ha mancato di osservare che “anche le
riviste non l’hanno visto che occasionalmente presente e ciò non ha certo
giovato a un autore che, al contrario, molto avrebbe avuto da dire in un
panorama che, per essere perfettamente in linea con le evoluzioni della storia
poetica nazionale, avrebbe dovuto dare maggiore ossigeno alla variante orfica,
altrove prestigiosa, se non addirittura dominante”. Questa peculiarità del
letterato modesto e tendenzialmente refrattario al clima gridato, alla
competizione spesso spietata, al divismo e alla proposizione di una poesia in
termini di commerciabilità, ha fatto di lui una sorta di mosca bianca o un
isolato, come lui stesso s’è definito. Un’esperienza letteraria
particolarissima e ricca di contenuti, foriera di divagazioni esistenziali, di
approfondimenti di dilemmi umani all’interno di un procedimento di recupero
della tradizione. Una poesia raffinata che si nutre di temi alti, che
scandaglia – per quanto sia possibile farlo –una materia vacua, colloquiando
con universi siderei, affrontando anche disquisizioni pregne della filosofia e
della matematica scientifica. C’è nel suo poetare una grande esigenza di
colloquio con un’alterità non meglio definita; è evidente il fascino per la
parola. Il suo dettato linguistico è talvolta parco e lieve nelle scelte lessicali,
altre volte fa riaffiorare termini legati a una tradizione pregressa;
l’esattezza delle formule dialogiche e la meticolosità di termini fanno sì che
i concetti si prestino ad essere approfonditi, anche una volta terminata la
lettura, da altre (possibili) angolature. Una poesia che, pur non aderendo alla
stagione importante dell’impegno civile, a nostro vedere merita di essere letta
e approfondita; ed è su queste basi che oggi gli attribuiamo il Premio alla
Carriera. Una selezione di sue opere, estratte da altrettanti volumi su
consiglio dello stesso autore, sono fruibili in questo volume del Premio.
Nota:
I presenti testi corrispondo a quelli pubblicati nell’opera antologica del Premio. E’ vietata la riproduzione in forma integrale e/o di stralci su qualsiasi tipo di supporto senza l’autorizzazione da parte dell’autore.
[1] Matteo
Bonsante, Bilico, in Matteo Bonsante, Poesie 1954-2014, Aliante Edizioni, Polignano a Mare, 2014, pp.
10-13.
[2] Ivi,
pp. 27-29.
[3] Ivi,
pp. 76-77.
[4] Ivi,
pp. 89-91.
[5] Matteo
Bonsante, Zìqqurat, Centro
Stampa 2P, Firenze, 1996, p. 17.
[6] Ivi,
p. 24.
[7] Ivi,
p. 33.
[8] Ivi,
p. 47.
[9] Ivi,
p. 50.
[10] Ivi,
p. 94.
[11] Matteo
Bonsante, Sigizie, Adriatica
Editrice, Bari, 1998, p. 25.
[12] Ivi,
p. 27.
[13] Ivi,
p. 71.
[14] Matteo
Bonsante, Iridescenze, Aliante
Editrice, Polignano a Mare, 2007, p. 32.
[15] Ivi,
p. 36.
[16] Ivi,
p. 42.
[17] Ivi,
p. 67.
[18] Ivi,
p. 110.
[19] Matteo
Bonsante, Lapislazzuli, CFR,
Piateda, 2011, p. 58.
[20] Ivi,
p, 61.
[21] Ivi,
p. 73.
[22] Ivi,
p. 74.
[23] Ivi,
p. 75.
[24] Ivi,
p. 101.
[25] Ivi,
p. 107.
[26] Ivi,
p. 124.
[27] Matteo
Bonsante, Dismisure, Manni,
Lecce, 2010, p. 25.
[28] Ivi,
p. 27,
[29] Ivi,
p. 30.
[30] Ivi,
p. 34.
[31] Ivi,
p. 36,
[32] Ivi,
p. 47.
[33] Ivi,
pp. 64-65.
[34] Matteo
Bonsante, Simmetrie, CFR,
Piateda, 2013, p. 22.
[35] Ivi,
p. 27.
[36] Ivi,
p. 33.
[37] Ivi,
p. 40.
[38] Ivi,
p. 45.
[39] Ivi,
p. 48.
[40] Ivi,
p. 59.
[41] Ivi,
p. 89.
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